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Top Gun Maverick: il cinema è ancora l’unico cielo dove si vola davvero

Bastano le prime note del celebre anthem, a tenere il tempo del nostro cuore quando sul grande schermo appare il titolo Top Gun Maverick. Un film che afferma il primato del grande schermo nel trasportarci con i cinque sensi in una dimensione parallela.

In un’epoca di multiversi e di supereroi tormentati, il film prodotto da Tom Cruise è un epico viaggio nel passato che riesce davvero a contrapporsi al predominio di un genere che sembra l’unica alternativa possibile per riportare la gente in sala.

Top Gun Maverick è a tutti gli effetti un’operazione nostalgia, un requel, come lo definirebbe Scream della stessa Paramount, ma questo non deve trarvi in inganno. Probabilmente siamo di fronte al miglior sequel della storia del cinema, perchè Tom Cruise riesce a riportare sul grande schermo un Pete “Maverick” Mitchell con uno spessore psicologico capace di bucare lo schermo. 

Non era facile, confrontarsi dopo 36 anni con un cult che ha segnato la storia del cinema, definendo per sempre un nuovo genere. Grazie ad una maestria chirurgica nella scrittura, il nuovo Top Gun riesce a trascinare lo spettatore letteralmente nel cuore vivo della sfida che Pete si trova ad affrontare, e soprattutto nei fantasmi del suo passato che riaffiorano nell’incontro con Rooster, figlio del compianto Goose. 

Tra Pete e Rooster si instaura un rapporto conflittuale padre figlio di raffinata delicatezza, attorno a cui ruota l’intero impianto visivo del film, il vero prodigio di questa pellicola

Una straordinaria Jennifer Connelly tiene le redini del cuore di Pete, in un rapporto che diventa più adulto e profondo rispetto a quello del primo film. 

Gli effetti visivi di Top Gun Maverick sono semplicemente “fuori scala”, un’immersione totale nella cabina di pilotaggio che costringe letteralmente lo spettatore a tenersi forte ai braccioli della poltrona del cinema, mentre il rombo dei motori fa tremare la sala e il senso dell’orientamento si perde tra i voli acrobatici degli F-18 che solcano i cieli.

No, non c’è televisore 65 pollici 4K Ultra HD che tenga. Questa è un’esperienza che va vissuta assolutamente nel buio della sala, di fronte al più grande schermo possibile. 

Gli ultimi 30 minuti di Top Gun Maverick sono la prova più tangibile che nulla, nulla è come il cinema, inteso come sala cinematografica. Un film maestoso che non sente affatto il peso dell’età, ma che sfida tutte le regole del cinema mainstream di oggi per proporre una formula che parte dal passato per proiettarsi alla velocità della luce in un futuro in cui il cinema è più vivo che mai.

Bentornato, Maverick. È un onore tornare a volare con lei. 

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