the father Anthony Hopkins
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The Father: il turbamento di smarrire se stessi

Non è la prima volta che il cinema affronta una malattia degenerativa devastante come l’Alzheimer: il recente Still Alice ci portava nella vita di una donna che cerca di aggrapparsi con tutta se stessa alle proprie memorie. Con The Father, però, viviamo il dramma della malattia da un punto di vista inedito.

Anthony è un pensionato ultraottantenne affetto da demenza senile: tende a dimenticare tanto gli avvenimenti più rilevanti della sua vita quanto i piccoli dettagli da cui è costituita la routine quotidiana. Il rapporto tra Anne e suo padre, del resto, si è fatto più complicato, nel corso degli anni: il rifiuto della malattia da parte di Anthony e il progresso sempre più evidente della patologia stessa mettono a dura prova la relazione tra genitore e figlia. Anne, inoltre, desidera trasferirsi a Parigi con il suo nuovo compagno.

Ciò che rende The Father unico nel suo genere è che il dramma di Anthony non ci viene narrato da un punto di vista esterno, ma attraverso la soggettiva della sua mente, facendoci vivere in prima persona lo smarrimento di chi giorno dopo giorno perde un pezzo della propria memoria, e dunque della propria identità.

Il tempo e lo spazio si dilatano, e situazioni che apparentemente sembrano rassicuranti ed innocue per Anthony si trasformano improvvisamente in incubi ad occhi aperti, trascinandoci letteralmente in un mondo dove ciò che appare reale ai nostri occhi in realtà si confonde con il delirio della malattia, in una condizione psicologica in cui è impossibile distinguere la realtà dalla fantasia. 

Ed è attraverso questo punto di vista, che The Father commuove e tocca l’anima dello spettatore. Perchè ci rendiamo conto che un malato di Alzheimer è una persona che conserva la propria identità, i propri sogni e la propria autonomia di giudizio, ma il mondo esterno inizia a considerarlo e a trattarlo come un malato. Anche nella malattia, Anthony è l’uomo intelligente e autonomo che ha costruito la sua vita attorno a ricordi che giorno dopo giorno sfuggono via, esponendolo alla perdita dell’orientamento nel mondo. 

Il film affronta le tematiche esterne che inevitabilmente ruotano attorno ad una persona affetta da Alzheimer, nonché le conseguenze per i familiari e le persone che vivono indirettamente questo dramma, ma lo fa sempre dal punto di vista di Anthony, che nel vortice di un tempo e di uno spazio che perdono di consistenza afferra verità e rivelazioni che lo scuotono profondamente, e di cui è perfettamente consapevole. 

Questa incredibile intensità emotiva che caratterizza The Father non sarebbe possibile senza le incredibile interpretazioni di Anthony Hopkins e di Olivia Colman, che riescono davvero a trasmetterci un rapporto padre e figlia che trascende le parole.

E’ un film che usa il mezzo cinematografico per portarci nella mente di un uomo che sta perdendo se stesso, e che tutti coloro che hanno un padre o assistono una persona anziana dovrebbero vedere. Per comprendere davvero, cosa significa perdere la propria identità pezzo dopo pezzo. 

 

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