Intervista a Janet De Nardis
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Interviste Vagabonde: Janet De Nardis, Pizza e Cinema l’accoppiata vincente

Continuano le nostre Interviste Vagabonde. Oggi abbiamo incontrato Janet De Nardis, e con lei abbiamo parlato di cinema e… di pizza!

Cinevagabondo: Janet, parliamo subito di…pizza! Quest’anno conduci su Alice TV il Boss delle Pizze, di cui hai curato anche “l’impasto”, essendo una delle autrici del programma: vuoi raccontarci le principali novità di questa stagione e con quali chicche hai voluto condire il programma?

Janet: Certo! Ho raccolto un’interessante eredità che ho voluto arricchire con l’intervento di ospiti Vip che verranno coinvolti, in relazione alle loro attitudini, con aneddoti, performance o semplicemente aiutandomi nelle gare dei concorrenti. Poi, quest’anno sarà molto divertente assistere alla seconda prova nella quale i concorrenti bendati, dovranno riconoscere, attraverso gusto e tatto, gli ingredienti della pizza del Boss.

Abbiamo reso il format ancora più ritmato e divertente, così lo spettatore, oltre ad imparare i segreti del mestiere da veri “Maestri”, potrà trascorrere una mezz’ora di piacevole compagnia.

Il boss delle pizze

Cinevagabondo: E il tuo rapporto con la pizza? Cosa rappresenta per te? Se dovessi scegliere una pizza che rappresenti la tua personalità, quale sceglieresti?

Janet: Io sono golosa e purtroppo amo i carboidrati… Non giovano alla linea, ma certamente al buonumore.
La pizza è un momento di condivisione, ma è anche un gioco prepararla… con mia figlia lo facciamo spesso… Lavorare l’impasto può essere una scusa per trascorrere del tempo insieme a chi amiamo.

Infine direi che io sono e resto margherita. Semplice, ma di carattere, una base perfetta per accogliere qualsiasi ingrediente, un gusto che può essere accostato a tutto, senza prevaricare.

Realizzare una buona pizza margherita è complesso, perchè non ci sono sapori aggressivi a nascondere qualsiasi mancanza. Dopo il Boss delle pizze anche io sono diventata davvero brava nel preparare questo piatto.

Cinevagabondo: Dalle “pizze” culinarie passiamo alle “pizze” delle pellicole cinematografiche. La tua carriera è costellata di progetti televisivi, teatrali e cinematografici. C’è un ruolo che hai interpretato che ti ha toccata più di altri o che comunque porti nel cuore?

Janet: Più che i ruoli come attrice, sono stata folgorata dal “ruolo” del regista. Con il mio cortometraggio “Punto di rottura” ho ricevuto molti riconoscimenti e ora si è aperto un nuovo percorso che spero di seguire con successo.

Il 2021, Covid permettendo, dovrebbe essere l’anno del mio primo lungometraggio.

Cinevagabondo: L’industria del cinema è senza dubbio uno dei settori più colpiti da questa pandemia globale. Cosa ti manca di più del Cinema e con chi generalmente vivi l’esperienza della sala cinematografica?

Janet: Il cinema è sempre stato un luogo di riflessione e condivisione.

A Natale, da quando ho 14 anni, sono sempre andata al cinema con i miei migliori amici, sempre gli stessi, e quest’anno è stato triste saltare quell’appuntamento. Della sala mi manca il sentire le emozioni di tante persone sconosciute…Può essere un momento di connessione.

Una volta, in un cinema di Roma, andai a vedere “Il concerto” di Radu Mihăileanu, un film straordinario, e sul finire io e tutta la sala ci alzammo in piedi ad applaudire, come se fossimo ad una prima cinematografica. L’emozione provata in quel momento fu fortissima. Inoltre andare al cinema costituiva un momento di incontro a tutto tondo: mi manca l’appuntamento, l’aperitivo con gli amici, le risate in attesa dell’inizio del film con i popcorn in mano. Mi mancano le discussioni accese alla fine del film, con le riflessioni, a volte, profonde e capaci di innescare meccanismi sopiti, e poi la cena dopo il film, fino al rincasare felici di avere trascorso ore piene di contenuto con amici e persone amate o a volte conoscenti che ci hanno sorpreso.

Cinevagabondo: Domanda di rito di Cinevagabondo: tre film che non smetteranno mai di emozionarti come fan e la motivazione.

Janet: Tre sono pochi, ma da qualche parte bisogna cominciare: Limitless per la regia, il montaggio, la storia e i testi, la bravura incredibile degli attori. Dio esiste e vive a Bruxelles per le immagini folgoranti e indimenticabili, per la poesia di un racconto che è sarcastico, impertinente, fuori dagli schemi.
La ricerca della felicità, per avere raccontato con maestria una storia vera, emozionando e rendendo ogni spettatore partecipe delle traversie del protagonista. A tutto questo aggiungo uno straordinario Will Smith, il mio attore hollywoodiano preferito! Questi sono solo tre di una lista infinita!

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