
Interviste Vagabonde: Stefano Fresi, dai set ai tempi dei Lockdown all’amore per Ettore Scola
Continuano le nostre Interviste Vagabonde, gli incontri a tu per tu di Cinevagabondo con gli attori del nostro cinema italiano: dopo aver scoperto i segreti della recitazione con Federico Pacifici, abbiamo incontrato Stefano Fresi, che ci ha raccontato l’atmosfera che si respira sui set ai tempi dei lockdown.
Cinevagabondo: Ciao Stefano! Il 2020 è stato un anno surreale per il nostro cinema e per il tuo ruolo di attore: recitare su un set e rimanere distanti dagli altri sembrano due concetti in antitesi. Ci racconti un po’ che impatto ha avuto questo 2020 sul tuo lavoro e in generale sui set in corso?
Stefano: l’ impatto psicologico è sicuramente forte e straniante, vedere tutti con la mascherina, timorosi del contatto fisico o della stessa vicinanza, non vedere le comparse intorno a te, trovarsi di fronte persone che hanno il dubbio e la vaghezza nello sguardo è difficile e faticoso. Senza parlare del fastidio dei tamponi e dei sierologici frequentissimi (necessari!)
L’effetto economico è molto più grave, soprattutto per le maestranze che non possono permettersi che l’azienda si fermi. Le tutele sono poche, le garanzie ancora meno.
Anche le produzioni si sono sobbarcate spese enormi per garantire l’attuazione del protocollo COVID, pur sapendo che sarebbero andate incontro a introiti molto più esigui a causa della chiusura delle sale. E’ davvero un momento molto complicato.
Cinevagabondo: Il cinema italiano ha sempre sorpreso il mondo in periodi che paradossalmente erano legati a crisi e drammi profondi del nostro Paese (basti pensare al Neoralismo del Dopoguerra). Pensi che anche questa volta possa essere così? Cosa vedi nel futuro del cinema italiano?
Stefano: Questa è una magia che vale per l’arte tutta. La crisi, da che mondo è mondo, è una molla fortissima per la creatività.
L’arte è una reazione ed è direttamente proporzionale alla forza della causa.
Cinevagabondo: Il cinema, la musica, il teatro, il doppiaggio. Da sempre sei un’artista estremamente curioso che ama esprimersi con strumenti diversi su media diversi. Come sai quando un’idea o un progetto sono “quello giusto”?
Stefano: Tendo sempre a leggere senza pregiudizi quello che mi propongono, questa è la prima cosa. Poi avere notizie sul cast che andrò ad affiancare è un elemento importante (ma non fondamentale).
Se posso sostenere un progetto con nuove leve lo faccio sempre volentieri.
Ultima domanda canonica di Cinevagabondo: tre film a cui sei legato sentimentalmente come fan e la motivazione.
Stefano: Mi mette sempre in crisi questa domanda, scegliere tra così tanti titoli è sempre difficile.
Ti posso dire che ho un amore viscerale per
C’ERAVAMO TANTO AMATI di E.Scola, perché spiega come nessun altro le dinamiche dell’amicizia e dell’amore.
OLTRE IL GIARDINO (BEING THERE) di H.Ashby, perché è permeato da una poesia e da un’ironia davvero incredibili e P.Sellers è in uno stato di grazia.
AMADEUS di M.Forman, perché è stato il senso della mia infanzia e adolescenza, è stato il fuoco che mi ha fatto scegliere la musica.
Cinevagabondo: grazie Stefano!
Photo credit: Chiara Calabrò

