a letto con il nemico
Recensioni,  Thriller

A letto con il nemico: tra le fauci di un predatore puoi perdere te stessa

In Italia sono 91, le donne uccise per femminicidio solo nei primi mesi del 2020. Una ogni tre giorni. Sono i dati del rapporto Eures sul femminicidio in Italia. Nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, abbiamo scelto un film che ha affrontato un tema che ci è molto caro.

A letto con il nemico è un thriller psicologico del 1991 con una giovanissima Julia Roberts, appena travolta dal successo della commedia Pretty Woman con Richard Gere. Il film è tratto da un romanzo di Nancy Price, e fu un grande successo di pubblico. 

Pur consapevoli che negli annali del cinema ci sono pellicole che hanno raccontato con maggiore veridicità e crudezza il tema della violenza contro le donne, noi di Cinevagabondo abbiamo scelto questo film perché sintetizza le principali tematiche che ruotano attorno alla condizione di “prigionia” in cui una donna può trovarsi per sua sfortuna nella vita. In primis, il male che assume il volto dell’amore.

Julia Roberts a letto con il nemico

Laura Burney è sposata con Martin, e all’apparenza vive una vita privilegiata. Il suo aguzzino, Martin, l’ha conquistata dandole quello che le mancava: amore, affetto, protezione. Ma Martin soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo, che sfocia in aggressioni violente contro Laura.

Giorno dopo giorno, Martin si spinge un passo più in là, e dalle parole passa agli schiaffi, poi alle percosse, fino ai pestaggi. L’escalation è una caratteristica tipica delle violenze domestiche che si perpetrano negli anni. 

Dal canto suo, Laura sopporta, giustifica, accetta. In un meccanismo psicologico che gli esperti definiscono spesso “Sindrome di Stoccolma”, Laura si sente indissolubilmente legata al suo aguzzino, come se quello che le sta accadendo fosse un piccolo incidente matrimoniale:

Sono le cose che accadono in tutti i matrimoni. In fondo basta fare quello che dice lui senza lamentarsi. Forse me le merito. 

Questi pensieri sono alibi che la nostra mente mette in campo per affrontare la paura. Il pensiero che il nostro grande amore possa farci del male o addirittura ucciderci è talmente difficile da accettare che la nostra mente lo rifiuta, e lo trasforma in senso di colpa. 

In A letto con il nemico, Julia Roberts trova il coraggio di scappare dalla prigione in cui si trova (la sua casa) attraverso un escamotage molto romanzato ma che secondo noi assume un significato metaforico importante. L’unico modo per fuggire da uno stalker è morire. E’ un concetto che vuole dirci che quando un uomo come Marty punta una preda si comporta come un alligatore: non mollerà mai la presa delle sue fauci finché la preda che ha catturato non sarà morta. 

Laura ricomincia una nuova vita, e risorge dalle tenebre in cui era sprofondata. Riscopre se stessa. Ma Marty è ancora lì, in ogni asciugamano non allineato perfettamente e in ogni incubo notturno.

Anche qui, il film punta l’attenzione sul trauma indelebile che una donna è costretta a portarsi dietro anche quando trova la forza di scappare. Se nella vita hai incontrato un predatore, non ti libererai mai del tutto di lui. Vivrà dentro di te per molto tempo, forse per sempre.

In questo incubo psicologico, A letto con il nemico ci mostra anche un altro lato della vita, ci mostra la sua bellezza. E lo fa attraverso la figura di Ben (Kevin Anderson), un uomo che insegna a Laura che un altro tipo di relazione è possibile. Una relazione basata sul rispetto, la gentilezza, la libertà.

Ben mostra a Laura il vero significato dell’amore, e ricorda a tutti noi che in un mondo patriarcale esistono uomini “diversi”, capaci di amare e incapaci anche solo di pensare di colpire fisicamente o verbalmente la propria ragazza. 

Esistono persone che possono aiutarci a trovare il coraggio di “uccidere” quel mostro che alberga dentro di noi, e che dobbiamo lasciarci alle spalle per sempre. Chiedi aiuto, è il messaggio che sembra darci questo thriller. 

E noi di Cinevagabondo vogliamo riportare questo appello a tutte le donne vittime di violenza, in questo giorno così importante: chiedete aiuto a chi vi è più vicino, non lasciatevi isolare. Denunciate alle autorità, non restate in silenzio. Scappate, la vita può essere bellissima e ricominciare è possibile.

Amate voi stesse, e non lasciatevi umiliare da nessun uomo.

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