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Horror,  Recensioni

Halloween, la notte delle Streghe: la storia del primo mostro senz’anima

Era la Notte delle Streghe del 1978, quando Halloween di John Carpenter uscì nelle sale americane. Quel giorno si inaugurò un nuovo genere per il cinema del terrore: lo slasher.

Prima di Halloween il mondo era stato scosso da Non aprite quella porta di Hooper e Le colline hanno gli occhi di Craven, ma è con Halloween che si definiscono le regole narrative che numerosi registi applicheranno negli anni a seguire (almeno finchè Wes Craven non le ribaltò di nuovo con Scream). 

Il film si apre con un flashback girato in piano sequenza in cui Michael Myers ancora bambino uccide sua sorella Judith, e viene rinchiuso nel manicomio di Smith’s Grove, dove rimarrà fino al giorno della sua fuga. 

Durante la notte di Halloween del 1987, Michael evade. Ha inizio l’incarnazione di un incubo destinato a fissare nell’immaginario una delle figure più inquietanti del cinema. A differenza degli assassini visti fino a quel momento nel genere horror, Michael Myers sembra uno spettro vuoto. La sua stessa maschera con quelle orbite oculari nere come pozzi senza fondo, sta a rappresentare il male assoluto, privo di ogni forma di compassione o di pietà. 

Michael Myers Halloween

La violenza omicida di Myers è indirizzata naturalmente verso gli adolescenti, caratteristica che segnerà per sempre il genere slasher: adolescenti che vengono puniti in misura proporzionale ai loro comportamenti ribelli o anti-sociali, particolare che rende questo film una critica sociale alla generazione dell’epoca figlia della controcultura sessantottina. 

Tra questi adolescenti c’è Laurie (Jamie Lee Curtis), che rappresenta la rettitudine, la castità, l’innocenza. Laurie non ha ancora scoperto l’attrazione sessuale, a differenza delle sue coetanee è immacolata e in qualche modo ancora bambina. Laurie è l’unica che può contrapporre la sua purezza al male assoluto di Myers, l’unica che può sopravvivere a tanta crudeltà. 

halloween Michael Myers

Myers non è semplicemente un serial killer. John Carpenter gli attribuisce qualcosa di mistico e di sovrannaturale, da qui il suo collegamento con la notte di Halloween, in cui gli incubi diventano reali. La psicologia di Myers va al di là delle turbe infantili di Norman Bates in Psyco, perchè non vi è nessuno spiraglio di luce. 

Il film si chiude con il corpo di Myers che scompare dopo la sua caduta dalla finestra, a significare che il Male assoluto non può essere sconfitto. Tutti noi sappiamo quante volte Michael risorgerà negli anni a seguire (vengono prodotti sequel di Halloween ancora oggi), e a fianco a lui altri spietati “mostri” ci hanno accompagnato, da Jason di Venerdì 13 a Freddy Krueger di Nightmare. Ma il piccolo Michael rimane il primo, di questa schiera di incubi cinematografici. 

Ancora oggi, tentiamo di comprendere cosa si cela in quel pozzo senza fondo dell’animo di Michael Myers 

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