
Guida romantica a posti perduti: il distanziamento sociale da se stessi
E’ in un posto perduto, che è iniziato il nostro viaggio alla scoperta del film di Giorgia Farina: un cinema multisala di Roma completamente deserto, in una serata di ottobre nell’anno della pandemia globale.
Guida romantica a posti perduti è un film che nulla ha a che vedere con il Covid, ma che in qualche modo ne evoca le possibili conseguenze sociali e psicologiche. Questa commedia dolce e amara diretta da Giorgia Farina (Amiche da morire, Ho ucciso Napoleone) fa incontrare casualmente due anime imprigionate in un proprio lockdown interiore: Allegra (Jasmine Trinca) è una travel blogger che inventa viaggi immaginari ma è sopraffatta da nevrosi e attacchi di panico, Benno (Clive Owen) è un alcolista che sta perdendo il controllo della propria vita.
Allegra e Benno sono lontani anni luce dal resto del mondo, e ancora più lontani da se stessi. Il loro incontro tragicomico e dettato dal caso li porterà ad intraprendere insieme un viaggio in automobile che non è azzardato definire Pulp: incapaci di relazionarsi con qualsiasi essere umano o di badare a loro stessi, i due si avventurano insieme in un’avventura epica che mette alla prova i loro fragili limiti. Se per Allegra il solo scendere dall’automobile è una sfida estrema, la “grande sete” di Benno è una pulsione incontrollabile dalle estreme conseguenze.
Impossibile non pensare a Lost in Translation di Sofia Coppola, quando chilometro dopo chilometro Allegra e Benno iniziano ad avvicinarsi l’una all’altro, sfidando i limiti e l’incomunibilità delle parole. Tappa dopo tappa, i due riscoprono a piccoli passi la flebile scintilla che brucia ancora in un luogo nascosto del proprio cuore: l’amore per la vita, l’emozione di raggiungere una meta per il solo piacere di viaggiare. Soprattutto, riscoprono qualcosa di profondo che avevano rimosso: prendersi cura di un’altra persona, diventare il suo custode.
Il modo peggiore di viaggiare è viaggiare davvero. E’ molto meglio restare a casa
Queste parole pronunciate da Allegra e Benno ci portano a quel distanziamento sociale che tutti noi stiamo vivendo in quest’anno di paura collettiva, e alla conseguenza più pericolosa di tutto questo: dimenticare l’emozione del viaggio, della scoperta di se stessi e dell’altro. E’ quel distanziamento sociale che per un motivo o per un altro creiamo noi stessi verso il mondo esterno, e che può renderci profondamente soli. Tutti noi siamo custodi di qualcun altro, e questo ci rende vivi.
Guida romantica a posti perduti è un film intriso di poesia e di verità, che non ci racconta la fiaba a lieto fine che vorremmo, ma che affronta con insostenibile leggerezza il dramma umano dell’alcolismo e delle nevrosi psichiatriche. Nello stesso tempo, ci mostra quella forza gravitazionale che va oltre le parole e che permette a due anime di scalare insieme le montagne, se solo si lasciano andare all’emozione della scoperta.
Quel ballo finale che richiama un po’ al finale di JoJo Rabbit è liberatorio e catartico, e racchiude tutta la bellezza del contatto umano, dell’essere uno parte della vita dell’altro.
Non rischiamo di trasformare il mondo, e di conseguenza noi stessi, in una landa desolata di posti perduti.

