
Suspiria: la danza esoterica di Dario Argento
Questa storia ha inizio in una notte buia e tempestosa, con una ragazza sperduta che cerca riparo in un castello. Sembra l’incipit di una fiaba dei fratelli Grimm, mentre invece si tratta del Capolavoro di Dario Argento: Suspiria.
Fu proprio Biancaneve e i Sette Nani, a ispirare il regista italiano per la messa in scena caleidoscopica di Suspiria, i cui colori sgargianti irretiscono lo sguardo dello spettatore trasportandolo in un luogo sospeso tra realtà e magia, dove il rosso del sangue diventa un dolce nettare per le api regine.
Siamo in un alveare, in effetti: l’Accademia di Danza di Friburgo dove Susy consuma l’incubo di Suspiria è il covo di una congrega di streghe: le Tre Madri. Dario Argento trasse ispirazione dal romanzo Suspiria de Profundis dello scrittore inglese Thomas de Quincey, che nel 1845 affermò di aver sognato le tre madri del dolore: Mater Lacrimarum, Mater Tenebrarum e infine la più potente, Mater Suspiriorum.
Suspiria è il primo capitolo della così detta Trilogia delle Tre Madri, proseguita nel 1980 con Inferno e nel 2007 con La Terza Madre. Per dare forma al mondo allucinato di Suspiria, Dario Argento visitò le città dell’occulto europee, ovvero Torino, Lione e Praga, nonché la Scuola di Walford a Basilea, situata nel così detto “triangolo magico” formato dalla sovrapposizione dei confini di Francia, Germania e Svizzera.
Un viaggio che il regista intraprese per cercare l’essenza di quello che definiamo esoterismo, scienza antica che si interroga sulla natura interna dell’uomo attraverso l’introspezione, alla riscoperta di noi stessi, alla conoscenza della nostra “natura interna”, della Verità.
Argento sceglie una scuola di danza per le sue tre madri, proprio perché la danza rimanda ai riti tribali esoterici, dove il corpo e la mente si abbandonano a stati di trance per aprire porte della percezione che altrimenti ci sarebbero precluse. I colori sgargianti della scuola e le lezioni di danza sono un richiamo al primitivismo, e questo rende Suspiria una macchina cinematografica psicotropa e incredibilmente seducente. La musica di Claudio Simonetti contribuisce a quel vorticoso abbandono delle proprie inibizioni da cui lo spettatore è assuefatto durante la visione di Suspiria, e il viaggio di Susy da candida principessa a generatrice di morte diventa il viaggio dello spettatore nel proprio subconscio.
L’erotismo è un’altra caratteristica della Magia Nera che Dario Argento mette in evidenza in Suspiria. L’intera scuola di danza è come un organo riproduttivo femminile, il cui respiro tra le pareti invita le ragazze ai piaceri della carne e della lussuria, fino al piacere estremo del sangue, che permette di tenere in vita Mater Lacrimarum.
Suspiria di Dario Argento è un film simbolico che non smetterà mai di affascinare il mondo intero, una fiaba nera che scava nel profondo delle nostre coscienze alla ricerca di una attrazione atavica per l’occulto che da sempre è parte dell’essere umano.

