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Drammatici,  Recensioni

Gli anni più belli: sprazzi di felicità che ingannano il tempo

Si fa sempre riferimento all’adolescenza, quando si utilizza l’espressione “gli anni più belli”, come se il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta fosse una sorta di patente per riconoscere la felicità. Sono davvero loro, gli anni più belli?

Gabriele Muccino con il suo ultimo film ci conduce in un viaggio epico alla ricerca della felicità, attraverso quarant’anni di storia italiana che fa da sfondo alle vite di quattro amici uniti da un filo sottile ma robusto destinato a non spezzarsi per tutta la vita: Giulio (Pierfrancesco Favino), Paolo (Kim Rossi Stuart), Riccardo “il sopravvissuto” (Claudio Santamaria) sono i ragazzi che negli anni ’80 vivono con tutta l’intensità di quell’età momenti che forgiano le loro personalità, e che segneranno per sempre le loro vite.

E poi c’è Gemma (Micaela Ramazzotti), la Beverly Marsh (per citare It di Stephen King) che insegna loro il gioco travolgente dell’amore e della passione. 

gli anni più belli

E’ un grande inno all’amicizia, quest’ultimo lavoro di Muccino, e forse al suo trionfo sull’amore inteso come relazione di coppia. Già, perché i legami che si formano durante gli anni più belli sembrano affrontare il tempo, come se fossero capaci di evolversi e di cambiare senza perdere la loro forza gravitazionale. Perché gli amici, quelli che ci conoscono davvero nel profondo, sono come uno specchio che riflette ciò che siamo realmente, nonostante i nostri tentativi di camuffarci in qualcun altro nel corso della vita. E’ come se le parole non servissero, quando si è di fronti a coloro che sanno chi siamo, persino quando si è chiamati al perdono per un tradimento subito. 

Così, un incontro fortuito per una strada di Roma diventa un bagno nel mito della Fontana di Trevi, o una sera a cena in trattoria una fuga dalla solitudine e dai propri fallimenti, un modo per ritrovare se stessi attraverso gli altri.

Ritrovarsi, una parola che in questi tempi di “distanziamento sociale” rimbomba dentro di noi con struggente malinconia, perchè i nostri ricordi più belli sono quelli in cui viviamo con intensità i sentimenti e le passioni che ci travolgono, e in questo film spetta all’amicizia il posto d’onore. Così come la storia è fatta di accadimenti fugaci che cambiano per sempre la percezione del futuro (Tangentopoli, l’attacco alle torri gemelle) anche la nostra storia è caratterizzata da punti chiave in cui le nostre scelte o gli imprevisti della vita cambiano per sempre il corso del nostro destino.

In questa avventura che è la vita, gli amici e gli amori profondi del nostro passato sono il punto fermo che ci riporta a ciò che eravamo veramente, prima che cambiassimo e perdessimo noi stessi.

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Impossibile non pensare a C’era una volta in America, mentre si segue il viaggio dei quattro protagonisti de Gli anni più belli, al loro riconoscersi e ritrovarsi a distanza di venti o trent’anni oltre le maschere che decennio dopo decennio hanno indossato per camuffare i propri fallimenti.

Quali sono, dunque, gli anni più belli? Forse sono fatti di attimi fugaci che trascendono il tempo, sono quei momenti in cui ci si ritrova con coloro che abbiamo sempre amato, e attraverso di loro con noi stessi, e si ritrova anche solo per un attimo l’ottimismo per un futuro migliore.

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