
Red Dragon: la vendetta di Hannibal è un piatto che va servito freddo
La cucina è Arte, Passione, Seduzione. Per Hannibal Lecter, lo psichiatra cannibale che tutti noi conosciamo grazie a Il Silenzio degli Innocenti, un delirio omicida che trascende la moralità dell’essere umano.
Red Dragon è un progetto cinematografico anomalo, perché prende vita nel 2002, dunque molti anni dopo le uscite de Il Silenzio degli Innocenti e di Hannibal, ma nello stesso tempo è un prequel della storia e un reboot di Manhunter: frammenti di un omicidio, il film di Michael Mann del 1986, che vede la prima apparizione sul grande schermo del personaggio di Hannibal Lecter, tratto dalla saga letteraria di Thomas Harris.
Per quanto Manhunter fosse un thriller di tutto rispetto, aveva un grosso problema: in quella pellicola Hannibal Lecter non era interpretato da Anthony Hopkins, ma da Brian Cox.
Per quanto Brian Cox fosse assolutamente credibile nel dar vita al personaggio di Lecter, tutti noi sappiamo il segno lasciato da Hopkins nella storia del Cinema in quei sedici minuti in cui ha recitato ne Il Silenzio degli Innocenti. E’ dunque un sublime piacere per i fan del film vedere Hopkins/Lecter preparare la cena ai suoi ospiti (servendo naturalmente uno degli ospiti) nella straordinaria sequenza di apertura di Red Dragon, affiancato da Edward Norton nel ruolo del profiler Will Graham, colui che catturò il Cannibale grazie alle sue straordinarie doti percettive.
Il film cerca di ripercorrere in maniera piuttosto fedele lo schema narrativo de Il Silenzio degli Innocenti, regalandoci momenti di grande pathos e terrore e basando la linea narrativa principale sulla sfida psicologica tra Lecter e Graham, specchio l’uno dell’altro di una morbosa ossessione per la psicologia perversa dei serial killer. Come ne Il Silenzio degli Innocenti, ci ritroviamo lì su quella sedia di fronte alla gabbia di vetro che protegge il resto del mondo dalla sconvolgente verità di Lecter, che con la sua straordinaria intelligenza penetra la nostra mente e la induce a lasciarsi irretire dal fascino del male.
Cosa differenzia il rapporto tra Lecter e Will Graham da quello con Clarice Starling? La vendetta. Nonostante Lecter sia affascinato dalle capacità cognitive di Graham, la sua natura di predatore lo spinge a vendicarsi verso l’uomo che ha svelato il suo inganno, costringendolo ad una vita di reclusione come fosse una rara tigre in gabbia. Per Lecter, lui e Will Graham sono uguali, e solamente l’atrocità dell’omicidio della sua famiglia potrà liberare la bestia che si cela in Graham; una vendetta, quella di Lecter, che passa attraverso il tormento e la morte, e che può essere perpetrata dalle mani di un folle che non conosce pietà: Il Lupo Mannaro.
Se Buffalo Bill per Lecter era solo uno strumento per avvicinarsi a Clarice Starling (di cui Hannibal a suo modo si innamora), il Lupo Mannaro è la ricetta con cui preparare l’ultimo pasto a Will Graham. Ralph Fiennes tratteggia magistralmente un serial killer disturbato e dannatamente feroce, in bilico tra Norman Bates di Psycho e lo spettro di Ed Gein, imprevedibile nelle sue reazioni dettate da un delirio di onnipotenza mistico.
In un sottile gioco a colpi d’astuzia, Graham e Lecter si sfidano per comporre il profilo psicologico del killer e per avvicinarlo sempre di più con l’obiettivo di catturarlo (per Graham) e di trasformarlo nella propria lama di vendetta (per Hannibal).
Red Dragon ci riporta in quel labirinto oscuro governato dai principi di un sadico cannibale, che con il suo sguardo penetrante non smette di rapirci e di toccare delle corde dentro di noi che forse non vorremmo neanche sfiorare.

