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Judy: la verità oltre l’arcobaleno

There’s no place like home. Queste parole sono entrate nell’immaginario grazie ad una ragazzina dagli occhi dolci di nome Dorothy Gale.

Judy ci racconta la vera storia di Dorothy, ovvero gli ultimi mesi della vita di Judy Garland, stella del Cinema ormai al tramonto a causa della dipendenza da alcool e psicofarmaci. La mancanza di un luogo da poter chiamare casa, è proprio ciò che più commuove di Judy, soprattutto se paragonato al sogno di Dorothy iscritto nel Mito.

E’ impossibile guardare con gli stessi occhi Il Mago di Oz dopo aver visto Judy, perchè il regista Rupert Goold ricerca proprio nella realizzazione di quel film la frattura che ha reso per sempre la Garland una donna emotivamente fragile e malinconica. Ed è impossibile non ritrovare nelle pressioni psicologiche e sessuali subite da Judy sul set de Il Mago di Oz un parallelismo con i recenti scandali che hanno investito Hollywood.

Spinta dal boss della MGM ad assumere farmaci e a perdere peso, la Garldand ricercherà per tutta la vita delle conferme dagli uomini, vivendo in un continuo sali e scendi di dipendenze e di autodistruzione emotiva.

Renée Zellweger, che per questo ruolo ha conquistat0 l’Oscar come miglior attrice protagonista, tratteggia una donna fiera ma logorata, dolce e irritabile nello stesso tempo, perennemente in bilico tra il desiderio di essere amata dal pubblico e la delusione per non essere ciò che gli altri si aspettano. Viene posto l’accento sul suo ruolo di madre, e sulla capacità degli uomini di mettere in discussione la capacità di una donna, seppur in difficoltà, di amare infinitamente i propri figli.

Judy è un affresco malinconico e struggente che ci porta nell’intimità di Judy Garland, cercando di dare un nome al velo di tristezza che appanna i suoi occhi. Vi è una forza in lei che trascende il baratro della sua autodistruzione, e che prende vita in tutta la sua potenza nel momento in cui la sua voce risuona nei teatri di Londra, quando tutto sembra scomparire e il sogno diventa di nuovo possibile. Fino a quel “Somewhere over the Rainbow”, strozzato nei ricordi di traumi giovanili che non hanno nulla di fantastico o di meraviglioso.

Oltre l’arcobaleno c’è un luogo chiamato casa, che per Judy Garland non sarà mai possibile raggiungere.

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