
Inside Out: quando la Pixar ci spiegò il legame tra la gioia e la tristezza
C’è una prerogativa che distingue fortemente la Pixar dalla Walt Disney, la Company che negli anni 90 acquistò la società di animazione di computer grafica fondata da Steve Jobs.
Questa prerogativa è la capacità della Pixar di creare film di animazione con diversi livelli di lettura sia per i bambini che per gli adulti. Attraverso le loro incredibile storie, i geni della Pixar riescono a veicolare diversi messaggi in modo divertente e coinvolgente, lasciando nello spettatore la sensazione di aver assistito a qualcosa di incredibile.
Fra tutti, Inside Out è forse il più complesso dei film Pixar. Come già accaduto con Toy Story e Monster & Co., anche qui ci troviamo in una dimensione parallela alla realtà, un immaginario dove ogni dettaglio contribuisce a dare un senso di coerenza e di credibilità al mondo che viene messo in scena, rendendolo “vero” quanto la realtà stessa.
Nel caso di Inside Out, ci troviamo all’interno della mente, in quel luogo segreto del nostro cervello dove risiedono le emozioni umane. Qui, nel quartier generale, le cinque emozioni danno impulsi continui ad una ragazzina di nome Riley.
Nulla in questo film è lasciato al caso. Grazie a consulenze con i migliori neurologi e psicologi e l’applicazione delle più moderne teorie delle neuroscienze, la Pixar costruisce l’architettura del cervello umano in modo incredile; a partire dai cinque, piccoli protagonisti: Gioia è di colore giallo e ricorda una stella, Tristezza è blu e ricorda una lacrima, Paura assomiglia ad un nervo, Rabbia è un mattone e Disgusto ricorda un broccolo, il cibo detestato da Riley.
Il centro di controllo è solamente il cuore nevralgico di una vasta architettura che comprende tutte le principali aree del cervello, dalla memoria a lungo termine al pensiero astratto, passando per il subconscio o il mondo dei sogni. Ma ancora più affascinante è il rapporto tra la mente di Riley e Riley stessa, che ci ricorda l’importanza del libero arbitrio.
Se è la gioia a farla da padrone nella vita di Riley, è la bambina stessa attraverso ciò che le accade a scatenare la guerra di emozioni che si fanno strada nella sua mente durante i difficili giorni del cambio di residenza.
Il film alterna la vita di Riley a ciò che accade nel suo cervello, raccontandoci alcuni dei principali meccanismi della psiche, dalla costruzione dei ricordi primari all’alternarsi delle emozioni in una tipica giornata della nostra vita.
Il concetto più profondo del film riguarda però il legame tra la gioia e la tristezza; non a caso, la stessa Gioia è caratterizzata con un’aurea di blu, proprio a sottolineare il legame profondo tra queste due emozioni primarie. Nel corso del film, scopriamo come le emozioni con il crescere degli anni non sono così distinte l’una dall’altra, ma maturando l’essere umano scopre emozioni che non hanno nome, e che nascono dal connubio tra la felicità e la tristezza, tra la paura e la gioia, tra la rabbia e il disgusto.
L’accettazione della tristezza come della gioia sono parte della vita, e l’una non potrebbe esistere senza l’altra. Questo è il profondo messaggio di Inside Out, un messaggio che i bambini impareranno a cogliere con il crescere dell’età, e che gli adulti vedono rappresentato in questo splendido film d’animazione.

