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Jurassic Park: quella volta in cui Spielberg giocò a fare Dio

Io me lo ricordo quel lontano giorno del 1994 in cui andai al Cinema per vedere Jurassic Park. L’eccitazione per l’uscita del film era alle stelle. Non si andava solamente al Cinema, quel giorno: si andava a vedere per la prima volta i Dinosauri con i propri occhi.

L’intera campagna Marketing di Jurassic Park era stata congeniata per permettere allo spettatore di godere di quel momento, il momento in cui il Miracolo della creazione avrebbe preso vita sullo schermo: è la fantasmagoria del Cinema.

Deve essere accaduto poche volte nella storia del Cinema che gli spettatori abbiano spalancato gli occhi di fronte a qualcosa che non avevano mai visto prima: deve essere accaduto quando il treno dei Fratelli Lumiere ha rischiato di travolgerli, o quando hanno visto per la prima volta le navicelle spaziali di Star Wars sfrecciare nello spazio. Jurassic Park segna senza dubbio uno di questi momenti: nulla sarebbe stato più come prima, dopo aver visto i dinosauri.

Steven Spielberg concepisce l’intero film come un atto di creazione, e il Cinema diventa il mezzo attraverso il quale possiamo viaggiare davvero nel tempo, e vedere ciò che nemmeno la scienza può mostrarci: i nostri antenati preistorici. Quel salto sulla poltrona quando il T-Rex irrompe sulla scena, è lo stesso salto fatto da Spielberg quando sullo schermo di un PC dell’epoca gli vennero mostrati i Velociraptor in movimento. Erano gli albori della Computer Grafica, e Spielberg vide per primo i dinosauri prendere vita.

L’intera produzione di Jurassic Park era basata sulla meccatronica, la tecnologia all’epoca più avanzata per dare forma a creature di così grandi dimensioni che interagivano con esseri umani. Finchè Spielberg non pronunciò una frase:

I miei dinosauri devono poter correre

Ed è lì che la CGI entrò prepotentemente nel film, e nella storia del Cinema. L’irrompere del T-Rex sullo schermo durante la celebre scena delle automobili rappresenta, a detta dello stesso Spielberg, una metafora della computer grafica che fa il suo ingresso nell’universo cinematografico.

Il T-Rex di Jurassic Park

Gli stessi scienziati del Jurassic Park richiamano agli artisti dei visual effects digitali, che attraverso il team working danno vita alla catena del DNA che permette ad una creatura di prendere forma in digitale, pezzo dopo pezzo.

Numerosi sono i livelli di lettura di Jurassic Park rispetto alle responsabilità etiche dell’uomo verso la scienza, ma è impossibile non intravedere un sottile rimando alla rivoluzione cinematografica di cui Spielberg era artefice e narratore.

Il film si pone una domanda che riguarda anche la rivoluzione cinematografica in atto:

L’uomo crea i dinosauri. I dinosauri mangiano l’uomo. Cosa accadrà, ora che stiamo giocando a fare Dio?

Sappiamo tutti cosa è accaduto: i dinosauri hanno distrutto l’uomo, mettendo in cantiere centinaia di artisti degli effetti speciali meccanici.

E’ il mondo che cambia, anche al di fuori del Jurassic Park

 

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