
Psyco: quando il Cinema entrò nei meandri della follia
Psyco viene universalmente riconosciuto come uno dei film più importanti della storia del Cinema per almeno tre innovazioni registiche: la spiazzante uscita di scena della protagonista nel bel mezzo della storia, la perversa empatia che Hitchcock ci costringe a provare verso una protagonista che compie un gesto moralmente deprecabile (un furto ai danni di un onesto datore di lavoro), un colpo di scena finale che spiazza totalmente lo spettatore, costringendolo a ripercorrere a ritroso la sceneggiatura alla ricerca di indizi che in fondo erano lí, davanti ai suoi occhi.
Ma queste vere e proprie rivoluzioni che hanno cambiato per sempre il modo di intendere la suspense e che probabilmente hanno fondato il genere che oggi definiamo thriller, non sarebbero bastate a sconvolgere gli spettatori di mezzo mondo quando il film uscí nelle sale, senza Anthony Perkins nel ruolo di Norman Bates.
Per la prima volta, Psyco ha dato un corpo allo sdoppiamento della personalità, una rappresentazione strutturata della follia. La casa di Norman, la cantina e il Bates Motel non sono altro che una delirante rappresentazione della psiche deviata di Norman.
In ognuno di questi spazi, Norman vive un tratto della sua personalità multipla: il figlio disperato che accudisce la madre, il proprietario di un motel, una madre ossessiva che non permette intrusi. Questa suddivisione degli spazi in comparti stagni, permette alla mente di Norman di sopravvivere, di contenere il disastro mentre lui si trova in bilico nel baratro della follia.
È proprio l’irrompere di una donna nel mondo di Norman, a far collassare questo delicato equilibrio tra normalità e follia. Occhi iniziano a spiare bramosi da uno spioncino porte della mente che non dovevano essere aperti, e il disturbo di Norman straripa, invade altri spazi che erano stati immobilizzati come animali impagliati.
La personalità della madre di Norman prende il sopravvento, in una lotta estenuante tra volontà e passione. Una lotta che Norman, l’uomo che non farebbe male a una mosca, è destinato a perdere.
Tutto questo, agli occhi degli spettatori degli anni sessanta, dovrà essere sembrato agghiacciante. Provate ad immedesimarvi in loro, la prossima volta che vedrete Psyco di Alfred Hitchcock.
Provate ad immaginare cosa si provi a scoprire che la follia può essere un volto innocente, piacente, premuroso. Che dietro quel volto può nascondersi un assassino

