L'attimo fuggente la locandinna
Drammatici,  Recensioni

L’Attimo Fuggente: la poesia ci rende liberi

Ho iniziato a scrivere poesie dopo aver visto l’Attimo Fuggente. Ero ancora un bambino, ma nelle parole del Professor Keating vi era così tanta forza vitale, da aver instillato in me la convinzione che nulla vi era nell’uomo di più bello dell’arte e della poesia. Rivedere oggi questo film, a pochi anni dalla scomparsa di Robin Williams, è semplicemente struggente.

Quell’attimo tu lo hai colto per tutta la vita, Robin, finchè non hai deciso di lasciarlo andare. L’Attimo Fuggente è un film malinconico e sovversivo allo stesso tempo, che declama il potere della parola di renderci uomini liberi, in grado di esprimere la nostra individualità. Ed è proprio cosí.

La poesia guarda in faccia il caos dell’esistenza, e cerca di trasporre in versi le passioni che ci muovono, i tormenti che ci animano, contrapposti alle diligenti regole della società, che però non bastano mai a spiegare quello che siamo. Noi siamo una e infinite cose, e insieme siamo altro ancora.

Dove l’educazione ci mette le briglie, la poesia ci libera come puledri, aprendoci la mente all’eternità delle cose. In ognuno di noi si nasconde un poeta, questo è il messaggio del professor Keating. E io credo sia anche il messaggio di Robin Williams, che per tutta la vita ci ha invitato a ridere e piangere delle sue maschere.

Saliremo su quel banco ogni volta che un verso verrà decantato, ogni volta che un muro verrà eretto, urlando

Capitano, mio Capitano.

Perché in un mondo di bestie, arte e poesia rendono un uomo degno di esistere e di tramandare qualcosa che va oltre la morte.