Il Postino con Massimo Troisi
Drammatici,  Recensioni

Il Postino: una poesia per gli ultimi

Il Postino, ovvero una poesia per gli ultimi. Uno dei più commoventi film del cinema italiano, intriso dello struggente linguaggio dell’amore. Massimo Troisi riesce ad arrivare al cuore di tutti noi tratteggiando un personaggio umile e semplice, ma puro nell’animo come il vento che accarezza le sponde della sua piccola isola, inconsapevolmente profondo come il mare che scivola sui suoi scogli.

Mario Ruoppolo impara dall’amico e Maestro Pablo Neruda le parole attraverso cui si possono esprimere i sentimenti, ma ancor di più Neruda impara a portare la poesia alla sua essenza, a quelle “reti tristi” che solo coloro che vivono nel mare possono sentire, e che egli riporterà nei suoi versi.

Questa piccola isola di confino dimenticata dal resto del Paese, è il luogo in cui Neruda viene esiliato, impossibilitato a tornare nella sua Terra Natale, il Cile. In questo piccolo universo, la poesia vive nei gesti e negli sguardi di Mario, nel sorriso di Beatrice, nella semplicità con cui i silenzi si sposano al rumore del mare.

È l’Italia più misteriosa, quella continuamente ispirata da questa incredibile commistione tra storia e natura, che rende questo popolo intriso di mistero. Inconsapevole è il Mistero che rende Mario un poeta tanto quanto Pablo, e inestricabile l’amicizia.

La morte di Mario alla fine del film è un dolcissimo omaggio a Massimo, scomparso nel sonno poche ore dopo la fine delle riprese. Il suo viso e i suoi occhi che brillano al sole, il suo incespicare con le parole, rimarranno per sempre una delle immagini più belle del nostro cinema.

Massimo, che attraverso lo schermo del cinema è stato il nostro amico più caro, parte della nostra famiglia. Ciao, Massimo.

Ancora oggi il tuo sorriso si espande come una farfalla.