Alien di Ridley Scott
Fantasy e Fantascienza,  Recensioni

Alien: la critica di Ridley Scott alle Origini della Specie

Tutto il fascino di Alien ha inizio dai disegni di H.R. Giger, che creó con le sue mani la morfologia dello Xenomorfo per questo ambizioso progetto cinematografico firmato da Ridley Scott. Dagli oscuri bozzetti di Giger prese vita questo feroce predatore dalla pelle nera, denti affilati e dotata di una ulteriore mascella retrattile, il cranio dalla forma oblunga, artigli e un’appendice affilata sulla coda. Un predatore famelico e inafferrabile, umido di acido corrosivo è incredibilmente veloce.

Prima di essere il film che ha letteralmente inventato il genere Fantahorror, Alien è un’esperienza sensoriale senza precedenti nel cinema, capace di accarezzare la psiche e il corpo dello spettatore come mai nessun film aveva fatto prima. Da qui il suo indicibile terrore.

Emblematica in questo senso la leggendaria scena finale a bordo della navicella, quando finalmente vediamo il corpo dello xenomorfo nella sua interezza, contrapposto al corpo di una seducente Sigourney Weaver in slip. Un corpo alieno che vuole penetrare, cannibalizzare un corpo umano.

L’atto attraverso cui lo xenomorfo uccide gli esseri umani non è un semplice attacco mortale, ma un complesso processo corporeo che prevede distruzione e creazione: il parassita feconda l’essere umano, che è vittima di un vero e proprio processo di gestazione di una nuova vita. L’ospite esce dal ventre uccidendo colui che lo ospita, cresce e cattura le sue prede per chiuderle in bozzoli da fecondare per moltiplicarsi.

L’alieno di Ridley Scott ha una sua catena alimentare e riproduttiva che include l’essere umano come bozzolo attraverso cui proliferare e crescere, come ogni microscopico parassita. Fin dal primo film di Alien si avverte questa simbiosi materna, quasi sessuale, che lega Ellen Ripley allo xenomorfo, e che poi verrà esplorata nei capitoli successivi.

L’essere parte di una catena di procreazione, di vita e di morte, ci rende inevitabilmente legati da un punto di vista genetico, anche se queste sono creature mostruose e aliene al nostro DNA.

Alien è la critica di Ridley Scott alle origini della specie, e al predominio dell’uomo come specie dominante. Attraverso lo xenomorfo, Ridley Scott ci ricorda che siamo noi i parassiti, i predatori che contaminano e si nutrono di altre specie del pianeta.

Saremo noi ad innestare i nostri liquidi amniotici in macchine per trasformarli in androidi al nostro servizio, a contaminarci con i nostri liquidi corporei, ad allevare esseri viventi come bozzoli. E contestualmente altri parassiti prenderanno possesso dei nostri corpi per moltiplicarsi e vincere la lotta per la vita.

Alien è un’esperienza tattile e psicologica che ci ricorda che non saremo per sempre al vertice della catena alimentare, e che ci mostra tutta la potenza del Cinema.